Esempio di giornali per il sito di Nino

L‘Italia è un paese strano: le consuete e frequenti problematiche politiche e sociali diventano puntualmente (non si sa bene per quale incantesimo: forse quella stessa stereotipata interpretazione degli italiani come popolo che vive alla giornata, molto mediterraneo e poco europeo) la materia di discussione di talk show, giornali, radio e finanche discussioni da bar.

Il match di questa settimana ha visto sul ring coloro che hanno appoggiato l’incontro tra Renzi, neoeletto segretario del PD, e Berlusconi e coloro che invece lo hanno condannato come “riammissione” del leader storico di Forza Italia nella scena politica italiana.

Renzi è stato il primo a rispondere, a chi gli chiedeva per quale motivo si fosse incontrato proprio con Berlusconi per redigere una bozza di possibile legge elettorale, che una tale legge deve essere fatta in accordo con le maggiori forze politiche presenti in parlamento, e dal momento che il Movimento 5 Stelle si è rifiutato di collaborare, l’unico partito rimasto è FI, che in pratica equivale alla singola persona di Silvio Berlusconi.

Niente da eccepire: il ragionamento non fa una piega. Ma allora dov’è il problema?

E’ qui che sorge una fondamentale contraddizione insita nella politica italiana, su cui fa leva l’obiezione mossa a Renzi dai critici di questo accordo: si sta redigendo una legge con un pregiudicato. Ciò è in sé una contraddizione: come può un fuorilegge fare leggi? Semplice: il fuorilegge è capo di un partito che alle ultime elezioni ha preso 1/3 dei voti effettivi; e dato che il partito di cui è a capo non presenta una benchè minima forma di democrazia interna (chi ha parlato di primarie è stato zittito in così poco tempo che non si è più osato parlarne), l’unico che ha facoltà di decidere è proprio Berlusconi.

Il problema è che qui nessuno ha ragione. Renzi non avrebbe dovuto incontrare Berlusconi (che tra l’altro aveva avallato la precedente legge elettorale); tuttavia, non può fare altrimenti: FI ha i suoi numeri e il suo peso all’interno delle camere.

Il rifiutarsi del M5S (sbagliato, sbagliatissimo, ma forse, anzi probabilmente previsto da Renzi, che già programmava un accordo con il leader di FI) ha permesso a una persona che dovrebbe essere ormai fuori da ogni tipo di logica politica (figuriamoci parlamentare e legislativa) di rimanere nel campo dei contendenti.

La radice del problema sta nella mancanza di una vera destra liberale in Italia (come disse Montanelli, con l’arrivo di Berlusconi la parola “destra” sarebbe diventata impronunciabile per motivi di decenza) e nell’incapacità di un’opposizione forte e decisa negli anni in cui ce ne sarebbe stato (tanto) bisogno. Renzi ha semplicemente fatto quello che doveva fare, e dal punto di vista logico il suo comportamento è perfettamente legittimo, anche se posso sorgere forti