ARTURO BENEDETTI MICHELANGELI 1920-2020

Mi sembra ieri che Alfred Cortot ha diramato la grande notizia: è nato un nuovo Liszt. Il nuovo Liszt aveva diciannove anni, era bellissimo, aveva mani magiche che prendevano senza fatica la dodicesima, aveva occhi che parlavano più della voce, aveva la testa lassù, in cima. Aveva preso il diploma di pianoforte a 14 anni al conservatorio di Milano, era stato invitato in Inghilterra a 26 e a 28 negli Stati Uniti.

Queste cose le raccontava ora, via via che succedevano, al suo factotum-confidente-difensore, che poi le raccontata a men, mentre io raccontavo a lui di quando voleva i pavimenti coperti di giornali che attutissero tutti i suoni, o lasciava venire tutti i giorni da lontano una signora alta come lui, bella come lui, musicale come lui, a leggere fasci di musiche scritte a mano e passare ore di gioia, e io a volte fuori della porta chiusa a chiave ad ascoltare tenendo il fiato, dolcissime note, ciascuna con una sua vita segreta, con una passione sommessa, con un mistero svelato da dita complici per occhi complici per cuori complici, oh, i misteriosi segreti di quelle note cantate dall’anima della musica, da musicista senza ritorno, chissà se le canti ancora negli enormi spazi profumati dell’eternità.  

                                                               (Fernanda Pivano)