Testi e regia: Nino Bizzarri

Fotografia: Bruno Di Virgilio

Suono: Renato Ciunfrini

Montaggio: Fabian Vinueza, Claudio Misantoni

Musica: Philip Glass, René Aubry

Con: Aiace Parolin, Mario Vitale, Francesco Alliata, Quinto Di Napoli, Virgilio Fantuzzi.

Prodotto da Franco Porcarelli per Rai international

Formato ripres: Betacam SP

Colore e b/n

Durata: 46′

Anno di produzione 1998

Scavando nella vita di Montand, ho scoperto un particolare: egli aveva fatto, nel corso della sua esistenza, a distanza di quarant’anni, due viaggi segreti in Italia. Piccoli episodi all’apparenza, che agli occhi dei suoi biografi passavano inosservati, ma che a me invece sono apparsi cruciali. In quel gesto, ripetuto due volte, al riparo da ogni curiosità pubblica, era riconoscibile il segno di una tensione intima, che attraversa tutta la sua vita, che allude ad un rapporto sofferto con le sue origini.

Nato in Toscana, Yves apparteneva ad una famiglia costretta alla fuga dall’insorgenza del regime fascista, e crescendo aveva  reciso ogni rapporto con la sua terra, compresa la lingua. Si era creato uno spazio vitale a Marsiglia,  poi a Parigi, senza più nessun legame con la sua infanzia.

A trent’anni, quando la sua metamorfosi francese è compiuta, viene invitato da Blasetti a Firenze per girare un film, e una domenica raggiunge per la prima volta Monsummano, il paese dov’è nato.  Scruta, cerca con gli occhi ogni dettaglio, ma non sente, non riconosce, non ricorda nulla. Se ne va pensando: <non c’è nulla qui di cui potrei dire è mio>

Salvo avvertire qualche anno dopo dopo un richiamo, che a partire dalla morte del padre diventa impellente…