Sceneggiatura e regia: NINO BIZZARRI – Con: FRANCESCA SCHIAVO (Sara), VINCENZO PELUSO (Bruno), PAOLO LOVINO (Ivan), CINZIA MONREALE (Gloria), ROBERTA LENA (Elena), SUSANNA JAVICOLI (Adriana), GABRIELE GORI (Giancarlo), DILETTA GATTI (Fiamma), IARA TORRES (Lisa) – Direttore della fotografia: CHICCA UNGARO – Suono: PIERO PARISI – Montaggio: ANNA NAPOLI – Musiche originali: EPSILON INDI – Scenografia: MASSIMO SANTOMARCO – Costumi: VALENTINA TAVIANI – Trucco: PINO DE MARCO – Direttore di produzione: MIRKA VIOLA – Foto di scena: FABIO LOVINO – Ufficio stampa: MIMMO MORABITO – durata 107’ Prodotto da ENZO GALLO per Metropolis Film – Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR – Anno: 2000

LA STORIA

Bruno lavora come ricercatore all’università, dipartimento di Storia. Brillante e indipendente sul lavoro, nella vita privata è alla continua ricerca di incontri fugaci. E’ talmente convinto che tutte le relazioni sono destinate a finire, che afferra e brucia, senza nulla chiedere e nulla concedere, sicuro così di evitare la sofferenza. L’esatto contrario del suo amico Ivan, che invece è disperatamente innamorato e geloso di una donna che lo respinge.

Sara ha qualche anno meno di Bruno, lavora in una grande libreria del centro. E’ chiusa e sprezzante nei confronti degli uomini, da quando è stata lasciata da Giancarlo, su cui aveva riversato tutte le sue aspettative, stavano per sposarsi.

Quando Bruno e Sara si incontrano, lui si accorge di essere affascinato dalla sua inaccessibilità, che la rende molto diversa dalle donne facili che frequenta solitamente. Perciò la cerca, la circonda di attenzioni, si appassiona ad un corteggiamento tenace, che a un certo punto comincia a far breccia nello scudo della donna. Sara pian piano cede, si lascia andare. Bruno invece, non sa andare oltre il gioco della conquista, e resta sempre ad certa distanza.

Un anno dopo, essendo stato sospeso dall’università per aver messo in atto un gesto di rivolta per via di un concorso truccato, Bruno insegna in un liceo di Formia. Va su e giù, resta fuori Roma quattro giorni a settimana. Nel frattempo, spinto molto da lui, Ivan è partito per un viaggio negli Usa, con l’intenzione di strapparsi dal cuore la donna che lo rifiuta, e sia pure con grande difficoltà, dalle lettere che spedisce all’amico si capisce che sta per farcela.

Sara dal canto suo è amareggiata per il comportamento ambiguo di Bruno, e un giorno gli confessa che Giancarlo, suo ex fidanzato, si è rifatto vivo. Sostiene che ha capito di non poter fare a meno di lei, insiste per rivederla, la assedia con messaggi, regali, preghiere… Bruno si accorge per la prima volta di essere turbato, ma si domina: dice di non provare gelosia, non le chiede di non rivedere l’altro, quello che le chiede è solo una confidenza totale, disposto com’è ad accettare anche che lei abbia eventualmente un’altra storia.  Questa per Sara è una delusione bruciante. Lei non vuole nessun’altra storia, e lo affronta senza più timidezza. Con un colpo d’ala, tirando fuori una grinta inaspettata, e usando come un fioretto l’intelligenza del cuore, rovescia completamente i ruoli. Bruno è in difficoltà, ma non è capace di lasciarsi andare. E a un certo punto intreccia un filo segreto con una sua collega. Sara se ne accorge e  tronca il rapporto, scomparendo. Così la storia sembra essere finita.

Ma un giorno, nella vita di Bruno, irrompe un avvenimento traumatico: appena tornato dal viaggio, che sembrava avergli tanto giovato, l’amico Ivan si uccide. Questo lo scuote alla radice. E tutto gli appare sotto una diversa luce. Sara compresa. Ma lei non è più docile come un tempo…

NOTA

Quando una donna non dorme è il racconto della conquista dell’intimità da parte di un uomo e una donna di oggi.

La conquista più difficile, se è vero, come è vero, che quanto più diventa facile incontrarsi, tanto più diventa difficile trovarsi.

Intimo non significa domestico. L’intimità è il territorio immenso dove l’Io incontra il Tu, conosce il primo conflitto e la prima ricomposizione che la coscienza umana deve affrontare, e costituisce la propria identità. E’ la sfera dove tutto comincia e tutto finisce, lo spazio dove si azzardano i grandi mutamenti e si riafferma ciò che non è trasformabile. E’ il rapporto tra l’Io e il Tu a fare la sostanza della Storia, è nell’intimità che viene fondato il mondo.

Francesca Schiavo
Vincenzo Peluso e Cinzia Monreale
RASSEGNA STAMPA

Uomini e donne di oggi nell’ossessione d’amore

«Esiste l’amore coniugale? Si, è un’ossessione che dura tutta la vita». A un certo momento si sente questa frase alla radio. A pronunciarla è Attilio Bertolucci, il poeta. È il succo del film, il cui titolo criptico verte sulla razionalità che rende l’amore difficile e tormentato. Meglio il suo contrario, “Quando una donna dorme”, come dimostra il finale. Un uomo e una donna. Belli e fragili. Lei è Sara, lavora in una libreria; lui è Bruno, professore di storia. Se per Sara e Bruno incontrarsi è facile, difficile è invece conoscersi, integrarsi. Quando una donna non dorme è un viaggio in quella terra inesplorato che è l’intimità della coppia. Sara ha paura dei sentimenti perché una relazione finita male l’ha ferita nel profondo; Bruno non sa rinunciare al rito del corteggiamento, ma ben presto mette a nudo tutte le incertezze di una generazione priva di punti di riferimento… Nino Bizzarri è un talent-scout (a lui si deve la scoperta di Margherita Buy e di Chiara Caselli), un autore intimista (La seconda notte, Segno di fuoco) che sa indagare a fondo nell’educazione sentimentale per far emergere le pulsioni più recondite del cuore. Quando una donna non dorme è un film sull’autenticità e sul valore della relazione di coppia. Una storia che trasuda verità, ben scritta, ben interpretata, raccontata in modo totale. Nelle gioie, nei tormenti, nella fisicità.

Enzo Natta, FAMIGLIA CRISTIANA, settembre 2000

Sedurre qualcuno, secondo la vecchia psicologia, significa manovrarlo per prendergli qualcosa, mentre è molto più verosimile il contrario: sedurre qualcuno vuoi dire dargli qualcosa, metterlo in condizione di poter ricevere qualcosa. L’amore è prendere un rischio, come sempre lo è la vita vissuta e non solo descritta. Il primo rischio consiste – in amore come per la vita – nel sentire il vuoto in sé. Che cos’è il desiderio, se non una mancanza che chiede, anche se spesso invano, d’essere colmata? D’altra parte, aprirsi all’amore e alla vita significa aprirsi anche alla possibilità del disamore e alla necessità della morte. Significa, dunque, correre un altro rischio, quello di doversi porre domande che possono restare senza risposta. Tutto questo per dire che Bizzarri racconta l’eros, e Io fa con un’intensità che non ha bisogno di alzare la voce. E’ difficile non restare presi, anche noi, nel gioco dell’innamoramento. La magia di Quando una donna non dorme è nei sentimenti che il suo linguaggio suscita nello spettatore. Bruno, così tranquillo nel suo lavoro all’università, si trova costretto a farsela, alla fine, una domanda. Gliela impone Sara, innamorata. Perché Bruno (l’uomo) ha tanta paura della domanda sessuale femminile? Costretto a funzionare come potere sessuale, non è più in grado di farlo, qualsiasi potere costretto ad esercitarsi fino al limite perde ogni potere. Mentre la seduzione di Bruno non si esprime, non si dichiara. L’amore e la passione di Sara culminano invece nella dichiarazione, in cui si dice tutto, Bruno non può non rispondere alla sfida, perché la sfida è una forma interrogativa e ironica dell’amore che, ponendosi come enigma, prova una reversibilità enigmatica di risposta, suscita un duello e non un meccanismo di domanda e di offerta. La provocazione di Sara non è seduzione, perché fa apparire Bruno nella sua identità, lo sfida ad essere ciò che è. Chi sono Sara e Bruno? Lei lavora in una libreria, lui, lavora come ricercatore all’Università. In una Roma e dintornievitare il dolore, evitando la vita, si apre al rischio di amare Sara. Due interpreti notevoli (gradevoli tutti gli altri) collaborano con Bizzarri nel confezionare un’opera meritevole, addirittura ottima nella seconda parte, dove questo film sull’eros e asull’amore si carica di pudore, curiosità e delicatezza raccontando la casualità dell’incontro, le tristi paure di lei, la seduzione di lui. Di entrambi I’ autore ammira la forza e rispetta la vulnerabilità, fino all’ultima inquadratura, con un happy end, appena sussurrato. E noi, in platea, pian piano scopriamo lo splendore silenzioso e profondo di questa inattesa, bravissima Francesca Schiavo.

Memmo Giovannini, laRepubblica.it  30 agosto 2000

I tormenti di lei e lui in una magica Roma

Bruno lavora come ricercatore all’università. Sara in una libreria del centro di Roma: Lui passa da una relazione all’altra, convinto che in campo amoroso non ci sia niente di duraturo, lei si è chiusa in se stessa dopo essere stata abbandonata da una uomo per il quale si era consumata d’amore. Bruno corteggia Sara con insistenza, la stana dal guscio, le mostra di Roma gli angoli più arcani, meno noti, più suggestivi. Riesce a sedurla: nel momento in cui Sara gli si concede, Bruno(o almeno una sua parte segreta) tende a ritrarsi, a sfuggirle. Intorno a loro vibrano intanto altre storie, altyri drammi: Ivan, amico di Bruno, sembra letteralmente impazzire d’amore per Elena che lo sfugge. Gloria, bella collega di Bruno, appare molto sensibile al suo fascino: Giancarlo, ex amante di Sara, torna nella sua vita con l’intenzione di strapparla a Bruno. 

E’ a questo punto che  Sara chiede al suo uomo di proibirle di rivedere Giancarlo: è la prova d’amore che Bruno deve fornirle per dimostrarle quanto tenga ancora a lei, ma il giovane cova una profonda paura di esprimere il proprio sentimento, per cui preferisce adottare una posizione “civile” (<Fai come credi, sei tu che devi sciegliere, devi sentirti libera…>) e cede momentaneamente allle attrattive di Gloria. Ina tal moso perde Sara, ma ne avvertirà la mancanza con pena lancinante, acuita dal fatto che l’amico Ivan, disperato per l’indifferenza di Elena, si è nel frattempo tolta la vita. Trovare il coraggio di dar corpo al proprio amore è la tappa più importante che Bruno dovrà compiere per riconquistare la sua donna. Comprendendo  che la sua felicità consiste nel riconoscimento della sua dipendenza affettiva da Sara, l’uomo rinuncia alla sua idea di libertà, riconoscendone la sterilità, e le chiede di tornare con lui. La risposta di Sara non è immediata, e il finale del film, nella sua soave e quasi minacciosa sospensione, tiene lo spettatore con il fiato mozzo. «Gli uomini si dividono in due categorie, gli impotenti e i prepotenti» afferma, in una sequenza, un’amica di Sara, quasi sfigurata dalle percosse del suo innamorato, eppure ancora legata a lui.

Il perno su cui ruota la storia di Quando una donna non dorme è tutto qui: esiste, in questo convulso scorcio d’epoca, un uomo che non appartenga a nessuna delle due categorie? Un uomo che non avverta come una debolezza il confessare di sentirsi amorosamente legato a una donna? Fragile ed eternamente in fuga, alle prese con donne sempre più intraprendenti ed esplicite, troverà l’uomo del Duemila il coraggio di non vergognarsi dei propri tremori, riuscirà a capire che ci si sente tanto più liberi quanto più si accettano i legami da cui è generata la nostra felicità? Assistente a suo tempo di Roberto Rossellini e attivo da decenni (malgrado l’ancor giovane età) come regista e sceneggiatore, Nino Bizzarri realizza con Quando una donna non dorme il suo terzo lungometraggio, di certo il più riuscito, dopo La seconda notte (1986) e Segno di fuoco (1991), in cui muovevano i loro primi passi, rispettivamente, attrici oggi affermate come Margherita Buy e Chiara Caselli. Lontano dalle atmosfere notturne e stillanti dei suoi due primi film, Bizzarri approda, nel narrare la storia di Bruno e Sara, a uno stile dominato dall’idea di una luce che dilaga ovunque, penetra in ogni angolo, e incide sullo schermo i contorni sia delle persone che degli oggetti. Si dipana così in un chiarore abbacinante il filo delle gioie e dei tormenti di Bruno e Sara, mentre ogni sequenza sprigiona una sua sensualità, grazie alla dolcezza del loro gestire, sullo sfondo di. una Roma che, ogni mattina, si offre addormentata al sorgere del sole per poi rivestirsi al tramonto del suo policromo scintillio, e alla fine ci pare di conoscere l’intinta verità dei due giovani, quasi li avessimo realmente incontrati. Merito anche dei due protagonisti, Francesca Schiavo e Vincenzo Peluso, estremamente aderenti ai loro personaggi, e dell’ottimo cast di supporto (con particolare menzione per Cinzia Monreale che eccelle nelle vesti di Gloria, collega di Bruno e sua tentazione d’un momento).

Francesco Costa, LETTURE – Quaderno 571, 2000